Andrea lavora da Renato da più
di tre anni e, come Nicola e Irene, ha frequentato la scuola in Trentino, ma è
cresciuto in Veneto. Grazie alla scuola ha avuto altre esperienze lavorative,
così ci racconta il suo avvio professionale «prima di arrivare da Renato Coiffeur,
ho lavorato in Trentino, a Londra e in altri saloni fiorentini. A Firenze stavo
già lavorando in un altro salone, poi, fortunatamente, ho avuto l’aggancio per Renato
e…mi trovo benissimo e ho tante soddisfazioni, perché è il primo salone dove ho
avuto la possibilità di crescere e di essere considerato come persona. Io ho
voglia di imparare e sperimentare e qui, per esempio, anche con la scuola interna
e gli aggiornamenti, posso evolvere e conoscere, è un modo per cambiare anche
il modo di lavorare e avere una visione diversa delle attività quotidiane, un modo
diverso per fare quello che già facevi però ti diverti di più!»
Incuriositi dall’esperienza britannica
chiediamo dettagli «a Londra è stata una bellissima esperienza, ma a livello professionale
è un’altra visione. In positivo ho notato che le persone sono più coraggiose, scelgono
capelli alla moda, colori decisi e fluo, non gli interessa cosa pensano gli
altri, hanno meno paura di essere giudicati, però lo svantaggio è la metodologia
di lavoro più lenta, certo molto precisa, però è anche statica, mentre, per
esempio da Renato, lo stile segue l’istinto e la passione. Noi
scegliamo la tecnica anche in base a sentimento e intuito, mentre in
Inghilterra è tutto più statico e freddo. In più da Renato Coiffeur adattiamo
la tecnica alla cliente, mentre in Inghilterra la stessa tecnica identica è
applicata a tutte le clienti senza che ci sia personalizzazione».
Andrea continua a raccontare e
a descrivere il suo lavoro «la cosa che mi piace di più sono le sfumature,
dove ho la possibilità di colorare a seconda del taglio, a
seconda dell’effetto, tonalità, mi piace poter lavorare a
mano libera dove puoi esprimere sia tecnica sia creatività. E questo anche per il taglio, scegliere il taglio in base al desiderio della cliente,
alla forma del viso, allo stile…in generale la parte creativa per me è
fondamentale, infatti la tecnica non basta se non c’è anche la creatività, che
implica anche saper immaginare, avere una proiezione di quello che sarà il
risultato finale su quella particolare cliente».
Domandiamo ad Andrea di descrivere
il proprio stile professionale «il mio stile è ricercato, ma naturale. Il risultato
deve apparire naturale, in modo che il grande lavoro tecnico e creativo rimanga
nascosto. Credo che sia una delle componenti più difficile del nostro lavoro,
non far vedere la mano del parrucchiere. A me piace, ogni tanto, giocare anche
con i colori forti e stravaganti, come il rosa shocking, perché è qualcosa di diverso che ti stimola,
però è un lavoro rischioso, perché utilizzi le decolorazioni e giochi con colori
che non esistono in natura, così non sei certo del risultato finale, perché ogni
persona ha una base di capelli unica, quindi potenzialmente ognuno avrà un colore
finale differente, quindi è più complicato immaginare il risultato finale e
devi capire passo dopo passo in base a cosa trovi sotto al capello.
Io sono molto pignolo e perfezionista,
questo mi dà il vantaggio di voler sempre migliorare e lo svantaggio che devo
controllare ogni particolare, ma questo fa anche sì che mi prendo cura di tutti i dettagli
delle clienti».