Gli si illumina il sorriso
quando racconta del suo stile professionale “per anni ho cercato di seguire le
tendenze inglesi, poi me ne sono un po’ dimenticato perché per me sono freddi,
preferisco gli hairstylist italiani, io ho avuto la fortuna di iniziare il
lavoro quando non esistevano tecniche, perciò Vittorio, il babbo di Renato, la
prima cosa che mi disse fu: questo è un mestiere che si impara rubandolo con
gli occhi e io così ho fatto!”
Valerio si occupa soprattutto di
taglio e asciugatura e racconta “se c’è bisogno fo lo shampoo, do la scopa, fo
di tutto, però sono specializzato nel reparto stilistico” e alla domanda cosa gli
piace meno del lavoro risponde con la sincerità che lo contraddistingue “non
amo fare le acconciature, per esempio trecce, chignon particolari ecc. mi si
legano le mani! Ho speso tanti soldi per andare a imparare a fare queste cose,
almeno per avere le basi, invece niente. Io mi sento fortunato perché il lavoro
mi piace, lo fo volentieri, se alle 8 la mattina non sono qua mi sembra che mi
manchi qualche cosa, questo non è un mestiere
che puoi fare a metà, o ti piace o non ti piace”.
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