Oggi 25 marzo 2020 si celebra la prima Giornata dedicata a Dante Alighieri in
vista del prossimo anno per i 700 anni dalla morte del divino Poeta.
Il periodo attuale ci farebbe pensare al primo canto: smarrimento, paura, sopraffazione dei vizi capitali, richiesta di aiuto e di misericordia.
Invece abbiamo scelto il secondo canto, laddove Virgilio incontra Beatrice che lo sostituirà come guida alla fine del Purgatorio. Lo abbiamo scelto perché è una donna che soccorre Dante e lo fa tramite Virgilio. Una donna che incarna la Bellezza e la Beatitudine, con modi gentili e angelica voce.
Sono la bellezza e l’amore che soccorrono chi è in difficoltà.
Il periodo attuale ci farebbe pensare al primo canto: smarrimento, paura, sopraffazione dei vizi capitali, richiesta di aiuto e di misericordia.
Invece abbiamo scelto il secondo canto, laddove Virgilio incontra Beatrice che lo sostituirà come guida alla fine del Purgatorio. Lo abbiamo scelto perché è una donna che soccorre Dante e lo fa tramite Virgilio. Una donna che incarna la Bellezza e la Beatitudine, con modi gentili e angelica voce.
Sono la bellezza e l’amore che soccorrono chi è in difficoltà.
Virgilio spiega a Dante perché è stato scelto lui per fargli da guida: “Io ero tra le anime del Limbo, che oscillano fra desiderio e disperazione, e lì mi chiamò una donna talmente beata e bella, che la pregai di impartirmi ordini. Splendevano i suoi occhi come splende lo stellato; e cominciò a parlarmi in modo soave e pacato, con voce angelica, nella sua favella (chissà forse con lieve calata fiorentina)”.
Gli chiese di soccorrere il suo amico, smarrito sul pendio deserto, ed ella temeva di essere in ritardo alla richiesta di aiuto. Virgilio essendo poeta troverà il modo, con la sua parola ornata e con quant’altro gli sembrerà necessario al suo scampo, di aiutarlo, di non spaventarlo e di fargli da guida per sua consolazione.
È
nostro intento, dedicare questo primo Dantedì, alle donne che
tutti i giorni ci permettono di preservare ed esaltare la loro bellezza,
esteriore e interiore.
Inferno secondo Canto
Io era tra color che son sospesi,
e donna mi chiamò beata e bella,
tal che di comandare io la richiesi.
Lucevan li occhi suoi più che la stella;
E cominciommi a dir soave e piana,
con angelica voce in sua favella:
“ O anima cortese mantoana,
di cui la fama ancor nel mondo dura,
e durerà quanto ‘l mondo lontana,
l’amico mio, e non de la ventura,
ne la diserta piaggia è impedito
sì nel cammin, che vòlt’ è per paura;
E temo che non sia già sì smarrito,
ch’io mi sia tardi al soccorso levata,
per quel ch’i’ ho di lui nel cielo udito.
Or movi, e con la tua parola ornata
e con ciò c’ha mestieri al suo campare,
l’aiuta sì ch’i ne sia consolata.
I’ son Beatrice che ti faccio andare;
vegno del loco ove tornar disio;
amor mi mosse, che mi fa parlare.
Io era tra color che son sospesi,
e donna mi chiamò beata e bella,
tal che di comandare io la richiesi.
Lucevan li occhi suoi più che la stella;
E cominciommi a dir soave e piana,
con angelica voce in sua favella:
“ O anima cortese mantoana,
di cui la fama ancor nel mondo dura,
e durerà quanto ‘l mondo lontana,
l’amico mio, e non de la ventura,
ne la diserta piaggia è impedito
sì nel cammin, che vòlt’ è per paura;
E temo che non sia già sì smarrito,
ch’io mi sia tardi al soccorso levata,
per quel ch’i’ ho di lui nel cielo udito.
Or movi, e con la tua parola ornata
e con ciò c’ha mestieri al suo campare,
l’aiuta sì ch’i ne sia consolata.
I’ son Beatrice che ti faccio andare;
vegno del loco ove tornar disio;
amor mi mosse, che mi fa parlare.
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