mercoledì 25 marzo 2020

Renato Coiffeur per Dantedì


Oggi 25 marzo 2020 si celebra la prima Giornata dedicata a Dante Alighieri in vista del prossimo anno per i 700 anni dalla morte del divino Poeta.

Il periodo attuale ci farebbe pensare al primo canto: smarrimento, paura, sopraffazione dei vizi capitali, richiesta di aiuto e di misericordia.
Invece abbiamo scelto il secondo canto, laddove Virgilio incontra Beatrice che lo sostituirà come guida alla fine del Purgatorio. Lo abbiamo scelto perché è una donna che soccorre Dante e lo fa tramite Virgilio. Una donna che incarna la Bellezza e la Beatitudine, con modi gentili e angelica voce.
Sono la bellezza e l’amore che soccorrono chi è in difficoltà



Virgilio spiega a Dante perché è stato scelto lui per fargli da guida: “Io ero tra le anime del Limbo, che oscillano fra desiderio e disperazione, e lì mi chiamò una donna talmente beata e bella, che la pregai di impartirmi ordini. Splendevano i suoi occhi come splende lo stellato; e cominciò a parlarmi in modo soave e pacato, con voce angelica, nella sua favella (chissà forse con lieve calata fiorentina)”.

Gli chiese di soccorrere il suo amico, smarrito sul pendio deserto, ed ella temeva di essere in ritardo alla richiesta di aiuto. Virgilio essendo poeta troverà il modo, con la sua parola ornata e con quant’altro gli sembrerà necessario al suo scampo, di aiutarlo, di non spaventarlo e di fargli da guida per sua consolazione.
 


È nostro intento, dedicare questo primo Dantedì, alle donne che tutti i giorni ci permettono di preservare ed esaltare la loro bellezza, esteriore e interiore.



Inferno secondo Canto

Io era tra color che son sospesi,
e donna mi chiamò beata e bella,
tal che di comandare io la richiesi.

Lucevan li occhi suoi più che la stella;
E cominciommi a dir soave e piana,
con angelica voce in sua favella:

“ O anima cortese mantoana,
di cui la fama ancor nel mondo dura,
e durerà quanto ‘l mondo lontana,

l’amico mio, e non de la ventura,
ne la diserta piaggia è impedito
sì nel cammin, che vòlt’ è per paura;

E temo che non sia già sì smarrito,
ch’io mi sia tardi al soccorso levata,
per quel ch’i’ ho di lui nel cielo udito.

Or movi, e con la tua parola ornata
e con ciò c’ha mestieri al suo campare,
l’aiuta sì ch’i ne sia consolata.

I’ son Beatrice che ti faccio andare;
vegno del loco ove tornar disio;
amor mi mosse, che mi fa parlare.

mercoledì 18 marzo 2020

Consuelo Martelli

Iniziamo a chiacchierare con Consuelo per conoscere la storia del suo esordio nel mondo della bellezza: «Sono 25 anni che lavoro da Renato! Prima avevo lavorato in un piccolo salone, dove mi hanno insegnato le basi e dove ho preso confidenza con il pubblico, perché ero molto timida…per come ero io da giovane, avevo 15 anni, entrare subito in una dimensione grande sarebbe, forse, stato un po' troppo, però dopo qualche tempo volevo imparare questo mestiere in un posto che poteva essere all'altezza. Casualmente lessi l'annuncio sulla Nazione (perché a quel tempo Renato metteva tutti i fine settimana l'annuncio di ricerca del personale). Mi sono presentata all’appuntamento e ho detto un sacco di cose, al tempo c'era Michele come capo del personale e mi disse “Si, a parole tu sei perfetta, vediamo nei fatti”.
Così ho fatto la prova il 16 settembre del 1995 e il 9 ottobre sono stata assunta. Sono stata 10 anni come collaboratrice poi sono diventa socia.»


Consuelo esprime un incredibile amore ed entusiasmo per il suo lavoro e per tutto lo staff di Renato Coiffeur, infatti racconta: «Renato è una realtà stupenda, pazzesca perché è proprio storico e dietro c’è una famiglia storica. La più bella realtà di Firenze!»

Prosegue, entrando nei dettagli delle sue competenze: «Io mi occupo del settore stilistico quindi messe in pieghe, acconciature e taglio. Mi piace tantissimo anche il trucco, che però non è il mio servizio principale, ma seguo tutta la rivendita e gli aggiornamenti» (Parleremo presto del servizio trucco di Renato Coiffeur e della sua rinascita)
Consuelo racconta: «il settore stilistico è stata una mia scelta, perché mi piace tanto come settore, mi piace tutto...sia il taglio, l’acconciatura, la messa in piega! La cosa che mi piace di meno sono proprio i colori, per questo non ho portato avanti le tinte e preferisco non farli».


Domandiamo cosa non le piace del suo lavoro «Io sono molto veloce a capire le persone, fa parte del mio lavoro e mi trovo in difficoltà quando, dopo aver fatto molte domande non riesco a inquadrare la persona, per esempio chi ha una doppia vita!» Ridiamo insieme per la battuta. Continua: «Faccio fatica con le scelte che sono solo legate alla moda e che magari non valorizzano la persona, perché è un peccato suvvia! Poi se vedo che non riesco ad accontentare la cliente, preferisco direzionarla verso un collega più adatto, non sono gelosa, nel senso a me interessa che il cliente si trovi bene e ami il nostro negozio. E sono convinta che la clientela non si debba sentire in difficoltà, deve sentirsi libera di scegliere e cambiare professionista all’interno di Renato! Anche perché nella vita attraversiamo tanti momenti diversi, a volte cambi parrucchiere non perché non ti soddisfa, ma solo perché hai voglia di provare un'altra persona, perché comunque nella vita si attraversano tanti momenti. Io cerco di costruire una relazione con le mie clienti, ma voglio che si sentano libere!»


Chiediamo a Consuelo di descrivere il proprio stile, ci pensa un attimo, sorride «Il mio stile è sicuramente uno stile estroso, un po' irregolare però non mi piace la stravaganza volgare, quindi mi piace rimanere sempre nell'elegante.» Questi due aspetti, fantasioso e sofisticato, che per molte persone sembrano in opposizione nello stile di Consuelo vivono in armonia grazie a passione, talento e tanto impegno!