Le chiediamo come è stato l’inizio
da Renato Coiffeur «Ho sempre sentito nominare Renato Coiffeur e mi sono sempre
detta che un giorno avrei lavorato qua. È stato il mio desiderio fin da quando
sono entrata nel giro di coiffeur importanti, dal 1999, ho lavorato per quasi 9
anni in un bel negozio a Firenze, ma il mio desiderio e obbiettivo era lavorare
qua, non so bene il perché, mi ero fatta questa idea e poi ne ho avuto conferma
quando sono entrata. Era circa il 2007, telefonai e mi feci passare il signor Renato,
non me lo volevano passare, ma io sono testarda e riuscii a farmelo passare, fissammo
un appuntamento e così è nata. Una volta entrata ho visto confermare tutte le
idee che avevo su questo salone perché è un altro pianeta rispetto allo
standard del settore, ha una marcia in più. Appena entrai colsi l’amore di tutti
colleghi per il signor Renato. All’inizio mi stupì molto, perché io avevo visto
principali non molto amati, anche prepotenti, invece Renato era amato tanto da
tutti e un giorno, erano ancora i primi tempi, glielo dissi “Renato io non ho
mai visto un principali così amato e lui mi rispose, è vero, ma anch’io voglio
molto bene a loro…io senza di loro non sarei niente!” Questo si avvertiva, perché
Renato ha cresciuto un’azienda così, con l’idea di collaborazione, di essere
una squadra, di lavorare tutti per lo stesso obbiettivo, di crescere insieme…io
non mi sono mai sentita solo un numero, mi sono sempre sentita rispettata come
persona…i colleghi pretendono tanto perché tanto vogliono dare alle clienti,
quindi tutti dobbiamo dare il massimo, ma ti mettono anche nelle condizioni di
poter dare il massimo e questo fa la differenza. Per esempio, se noi estetiste
richiediamo un prodotto nuovo, un servizio all’avanguardia, troviamo sempre la massima
disponibilità, sono aperti a tutto ciò che può servire a far evolvere e
innovare il salone. Se hai voglia di fare qui ti mettono le ali!»
Le domandiamo di approfondire
le modalità di lavoro, perché so come sia complicato lavorare in un salone
pieno di persone: «Io sono cresciuta con i parrucchieri, siamo abituate a
lavorare con il salone pieno mentre la cliente fa colore o piega e ho scelto di
lavorare con i parrucchieri, ho avuto la possibilità negli anni di poter andare
in un centro estetico ho provato, dopo anni in cui lavoravo con i parrucchieri
e mi son trovata in quel silenzio, in quella lentezza, era un ambiente che non
era mio. Ogni tanto ci si lamenta, ma abbiamo imparato a mettere lo smalto
perfetto mentre si fa lo shampoo, tra una scossa e l’altra oppure immaginati stai
mettendo lo smalto e intanto cadono i capelli perché il parrucchiere sta
tagliando [ci mettiamo a ridere insieme]…alla fine mi piace, io devo stare in mezzo alle
persone, alla confusione…Sia per carattere, mi piacciono le persone, amo stare
al pubblico, amo la gente e poi verso i 18 anni ho avuto un problema di salute
e potevo solo star seduta, così trovai lavoro in un parrucchiere vicino casa e
così che sono finita a fare le mani dal parrucchiere! Così mi sono abituata
così e adesso non potrei vivere che con loro!»
Vogliamo conoscere cosa Lucia piace
di meno del suo lavoro: «il mio lavoro mi piace tutto, ma una cosa che faccio
sempre con attenzione maggiore è la pedicure, mi piace, ma si può far male, anche
se sono 47 anni che mi occupo di pedicure, ho sempre il mio rispetto totale e
assoluto verso quello che mi appresto a fare. Io ho insegnato in una scuola di
estetica dal 1991 al 2010 insegnavo mani e piedi, e quello che a me premeva e
che dicevo sempre alle ragazze, è che il nostro è un mestiere che si impara
lavorando, non si finisce mai di imparare, quindi non vi dico che quando
uscirete di qui saprete fare le mani, ma ho la presunzione di dire che uscirete
da qua e non farete del male a nessuno! [ci mettiamo a ridere insieme]»
Quando chiediamo la cosa che preferisce
del lavoro Lucia risponde con sicurezza: «la cosa che mi piace di più è stare
con le persone, accontentare le persone, cerco sempre di soddisfare la
richiesta. Noi siamo un po’ il superfluo, facciamo parte di una categoria che
non è essenziale, metterci del mio in quello che faccio è quel valore aggiunto.
Per esempio, una signora mi chiede uno smalto rosso, io posso prenderne uno che
ho nel bauletto, lo mostro, se a lei piace è finita. Invece a me piace
indagare, uno smalto rosso è un mondo! Allora lei mi spiega che non lo vuole
troppo scuro, ma neanche tendente all’arancio e io gliene faccio vedere 5 di rossi,
così posso capire le vere esigenze e i gusti delle clienti, poi lei si guarda
le mani ed è contenta, e non è contenta solo del colore dello smalto, è contenta
perché ha ottenuto quello che voleva, è contenta perché ha trovato una persona che
si interessa a lei che le dà tutta l’attenzione e che le offre qualcosa in più.
Poi non sempre è facile, per esempio se io vedo un prodotto nuovo, già penso di
associarlo ad alcune persone, questo sarebbe perfetto per la signora Tal dei tali,
poi magari glielo faccio vedere e non lo considerano…e a me dispiace tantissimo,
io sono lì che penso alle clienti, noi tutti di Renato Coiffeur si cerca sempre
di offrire il meglio, invece a volte le cliente pensano che gli mostri un prodotto
solo per vendere, invece non è così! È un prodotto ricercato per le tue esigenze
e c’è il mio interesse a risolvere una tua esigenza, perché è perfetto per te, perché
ti fa bene, quindi ogni tanto ci rimango male, ma non mollo perché credo che
alla fine la differenza si veda, credo che alle clienti arrivi questa mia
intenzione, anche perché a livello economico a me non viene in tasca nulla,
trovo soddisfazione per l’impegno che ci metto se vedo anche la partecipazione
della cliente, io lavoro per questo. la mia gratificazione è la soddisfazione
delle clienti!»