venerdì 9 maggio 2014

Le acconciature nella storia e nell’arte: dopo la rivoluzione francese

Con l'arrivo della Rivoluzione Francese, il lusso e l'ostentazione sono malvisti. La nuova società adotta uno stile più sobrio e semplice. Inizia l’epoca definita neo-classica, in quanto riprende l'estetica greca e romana. I cambiamenti filosofici e la nuova società trasformano anche i concetti estetici e con loro cambiano le acconciature. A poco a poco, le parrucche sono dimenticate, e si ricominciano a sfoggiare capelli naturali. La Rivoluzione Francese modificò l'intero sistema sociale in modo acuto ed improvviso, è segnato dagli storici come l’inizio dell’era moderna, ma il cambiamento dei costumi fu più lento. Tutti i dipinti ritraggono Maximilien de Robespierre e Georges Jacques  Danton, due dei capi della Rivoluzione, con parrucche incipriate.



Viceversa, Jean Paul Marat, un altro capo rivoluzionario, aderiva già alla nuova estetica. Uno dei responsabili principali della Rivoluzione, il pittore Jacques LouisDavid, era già pienamente aderente alla corrente del neo-classico attraverso le sue opere e la sua estetica personale. Quando Napoleone Bonaparte salì al potere lo stile era già mutato diventando il famosissimo stile impero.





Tutti mostrano capelli naturali, raccolti in maniera informale, simbolo di una nuova indipendenza di pensiero. Contemporaneamente anche il resto d'Europa comincia a praticare lo stesso tipo di tagli ed acconciature. Le donne sfoggiano acconciature naturali tenute insieme con pettini di guscio di tartaruga, perni, o nastri, invece di complessi ornamenti. Forse i primi ad abbandonare le parrucche e le acconciature in stile antico, furono, paradossalmente, proprio gli aristocratici per paura di essere riconosciuti e ghigliottinati. Gli uomini sfoggiavano tagli con capelli corti, senza nessuna copertura, in linea con lo stile neoclassico.





Si entra lentamente nel XIX secolo di cui tratteremo presto.

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